La gente mi domanda spesso : “Non e’ duro suonare in strada?” Rispondo io: “ Quando va bene e’ il miglior lavoro al mondo. Quando va male, diventa un incubo!”. Fortunatamente, negli ultimi 15 anni, in varie parti del mondo, c’e’ stato un grande boom di festivals sull’arte di strada. Molti di questi eventi hanno lo scopo di promuovere quest’arte ed aiutarne la sopravvivenza. Alcuni, invece (specificando che si tratti di una piccola minoranza), organizzano festival sull’arte di strada credendo che ogni artista di strada sia disposto a lavorare per pochi spiccioli. E’ lecito pensare che quest’ultimi ottengono quello per cui pagano. L’arte di strada, come ogni professione, ha un suo proprio e specifico linguaggio. Il denaro guadagnato tramite le offerte viene chiamato in inglese “the bottle” (in italiano e’ usata la parola “cappello” che sottolinea la tradizione di collettare i soldi servendosi del proprio cappello). Non capivo il legame che ci potesse essere tra il denaro e la parola bottiglia, finche’ un giorno qualcuno mi racconto’ questa storia….
Tempo fa, in Inghilterra, gli artisti di strada si servivano dell’aiuto di barboni per raccogliere le offerte del pubblico mentre loro si esibivano. Per evitare episodi di scorrettezza, ad un’artista venne un’idea: diede al suo aiutante un cappello per raccogliere il denaro ed una bottiglia con dentro una mosca che l’aiutante doveva reggere tappandola con il pollice per evitare la fuga della mosca: in questo modo, l’uomo che raccoglieva il denaro non sarebbe stato in grado di approfittarsi dell’artista incassando parte dell’offerte solo per se stesso; la mosca rimasta rinchiusa nella bottiglia era la testimonianza che l’aiutante non avesse fatto alcun movimento dubbio!! Il termine “bottiglia” e’ rimasto ancora nel linguaggio degli artisti di strada.
L’arte di strada e’ un’onorata tradizione ma non e’ un lavoro troppo semplice. Per alcuni e’ il proprio lavoro, un modo di vita, una via di comunicazione ed un qualcosa da difendere. Sfortunatamente in molte citta’ del mondo, i politici sono molto attivi nel creare leggi contro questa forma di libera espressione. In alcuni luoghi, si puo’ ottenere la licenza di strada pagando una tassa apposita. Ma queste licenze non aiutano molto.Ogni volta che ne ho posseduto una, ho continuato ad avere problemi con le forze dell’ordine che continuavano ad interrompere ed a vietare le mie esibizioni per strada. Ho tentato di prenderne una a Firenze, ma e’ stato solo un calvario tra vari uffici comunali in cui gli impigati negavano l’esistenza di tale licenza, in contraddizione con quello che mi veniva detto dalle forze dell’ordine. O.K.! Posso anche stare a questo gioco! Ma perche’ prenderci in giro cosi’?
Si possono censurare i media, si possono negare concerti in locali ma non si puo’ negare a priori l’esibizione in strada, pur considerando i problemi sopra citati! In merito a questo posso dare un suggerimento: in molte citta’ si viene fermati con l’accusa di occupazione del suolo pubblico non autorizzata. Se si riesce ad esibrsi camminando e quindi non sostando a lungo in un luogo, questo tipo di fermo non e’ piu’ valido. Si evitano anche discordie con commercianti che possono accusare l’artista di ostacolare l’ingresso del proprio negozio al pubblico. Non bisogna dimenticare di premunirsi di una busta ben visibile per raccogliere le offerte e…. il gioco e’ fatto!
Personalmente, sono piu’ informato sugli scenari italiani dell’arte di strada (se volete aiutarmi fornendomi informazioni su cio’ che accade in altri paesi, siete i benvenuti!)
Preferisco di gran lunga i piccoli festivals. Grandi festivals, come Ferrara e Pelago, possono perdere il controllo e degenerare pateticamente in un caos senza piu’ bellezza, perdendo cosi’, tutti i buoni propositi che erano alla base della creazione dell’evento stesso. Ferrara ha avuto piu’ di un episodio di intolleranza da parte delle forze dell’ordine nei confronti degli artisti e del pubblico, arrivando anche all’uso di violenza contro gli artisti invitati.
Un buon esempio di festival d’arte di strada e’ quello di Mercantia che si svolge nel comune di Certaldo in Toscana. Nei primi anni, questo festival era aperto liberamente a tutti gli artisti che ne chiedevano la partecipazione: ad essi venivano garantiti vitto, alloggio e il rimborso del viaggio. Il festival e’ cresciuto sproporzionatamente fino ad avere la presenza di oltre 400 artisti. Arrivati a tale cifra e con un pubblico che affollava ogni centimetro quadrato del borgo medioevale, gli organizzatori hanno ridimensionato il festival: ora vi partecipano solo un numero ristretto di artisti ( una cinquantina) invitati ufficialmente, a cui viene garantito vitto , alloggio e un compenso in denaro. Di certo non e’ piu’ lo stesso festival del passato, ma rimane uno dei migliori sull’ambito dell’arte di strada.